Secondo uno studio israeliano riportato dal Journal of Clinical Sleep Medicine non è vero che le donne non russano, russano meno o che lo fanno con meno “potenza”.
Quello che cambia, secondo lo studio, è la percezione che le donne hanno del proprio russare. Secondo le sperimentazioni fatte per studiare il fenomeno, infatti, mentre gli uomini che russano, ne paiono coscienti e sono pronti a dichiararlo in fase di test, le donne, pur negando di avere episodi di russamento, nel momento di sonno controllato, dimostrano di essere russatrici e con un’intensità grave o molto grave.
A parte l’aspetto di tipo aneddotico ed eventuali ripercussioni sulla vita di coppia, il problema del russamento notturno ha una serie di ripercussioni per quanto riguarda i disturbi del sonno, incluse le apnee notturne.
L’autodenuncia (assieme, lo ripetiamo, alla segnalazione del coniuge) è quella che porta molti uomini a fare analisi approfondite anche riguardo alle apnee notturne, che rappresentano un disturbo importante e da tenere sotto controllo.
Quali sono i sintomi da non trascurare?
Coloro che si rivolgono al medico per risolvere il problema del russamento o delle apnee notturne, non lo fanno solo per evitare ulteriori gomitate da parte di chi dorme loro accanto. Le apnee notturne provocano disturbi importanti e chi ne soffre può svegliarsi a causa di una sensazione di soffocamento, oppure ansimando nella notte.
Appare abbastanza lineare, se ci si sveglia frequentemente durante la notte, di pensare ad un disturbo del sonno, diversamente alcuni sintomi appaiono più subdoli.
Così può succedere di sentirsi affaticati durante il giorno, di avere episodi di sonnolenza, stanchezza o depressione, e non collegare immediatamente il disagio alla possibilità di apnee notturne.
Ma chi si riconosce in questa analisi dovrebbe comunque fare delle visite specifiche per scoprire eventuali problemi legati al respiro durante la notte.
Cosa fare se si sospetta di soffrire di apnee notturne?
Come abbiamo visto, il russare non è solo un fastidio per chi ci dorme accanto, ma può essere un disturbo che cela eventuali apnee e che può portare a conseguenze anche importanti dal punto di vista della salute generale.
Naturalmente la cosa più importante è fare una diagnosi che è possibile attraverso un esame non invasivo, la polisonnografia, richiesta dal medico curante o dell’odontoiatra. Grazie ai risultati che si ottengono è possibile diagnosticare eventuali apnee notturne e adottare le misure più adatte alla risoluzione del problema.
Sulla base dei risultati sarà il medico a stabilire quale sia la terapia più adatta per ogni singola situazione.
Una possibile soluzione: il Mad. Cosa è e come funziona
Mad, è l’acronimo di Mandibular Advancement Device cioè dispositivo di avanzamento mandibolare. Si tratta di un dispositivo che, appunto, permette l’avanzamento della mandibola e favorisce il flusso respiratorio durante la notte.
Per la sua caratteristica intrinseca, il MAD deve essere realizzato su misura per la persona che sceglierà di intraprendere questa terapia e per tale motivo è importante che sia realizzato da un odontoiatra che si occupi di disturbi del sonno capace di trovare la soluzione migliore per la morfologia dell’interessato.
Spesso il MAD permette di tornare a riposarsi nel modo corretto e, di conseguenza, a vivere meglio.
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